La Cassetta degli Attrezzi della Giustizia e della Solidarierà del 22 giugno 2021

Trasmissione autogestita del Soccorso Contadino per la Rubrica serale della “Cassetta degli Attrezzi” in onda tutti i martedi fra le 19 e le 20 su Iafue PerlaTerra, la Web/RadioTv dell’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare.

Coordina: Gianni Fabbris (Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare)

Nella puntata:


Lo Spaventapasseri della giustizia, antimafia, solidarietà

(Notizie scelte per riflettere a cura di Maurizio Ciaculli, pres. del Soccorso Contadino)

Combattere le agromafie per proteggere salute e ambiente
da libera.it

Tensione allo sfratto a Decimoputzu, l’imprenditore disperato: “Non vado via”
da cagliaripad.it

GAM Harambee, dal Gas nasce un Gruppo di Appoggio Mutuo
da econoniasolidale.net



Il FOCUS: A che punto siamo con “L’INDEBITAMENTO” nelle campagne?

(a cura dell’Avv. A. Melidoro, coordinatore tavolo assistenza del Soccorso Contadino)


L’INTERVISTA

all’Avv. Giuseppe Nicosia (Coordinatore del Tavolo Diritti del Soccorso Contadino Sicilia)


L’Approfondimento

“Agroenergie. Quali precauzioni e tutele di diritto per i singoli e le comunità? Cominciamo a inquadrare i problemi”
(a cura dell’Avv. Nicola Digennaro – legale dei diritti umani e della natura, componente il coordinamento nazionale del Soccorso Contadino)


In conclusione

“COMINCIAMO A CHIEDERE CONTO ALLA GDO DELLE SUE RESPONSABILITÀ”
di Maurizio Ciaculli



Benvenut* nel Soccorso Contadino, la comunità della giustizia e della solidarietà.

Il Soccorso Contadino è nato in Toscana a supporto della “Campagna per il diritto alla terra” lanciata e gestita fin dal 2001 dal Foro Contadino Altragricoltura (l’Associazione che ha promosso la nascita della Confederazione Altragricoltura).

Fin dall’inizio è stato uno spazio di partecipazione, solidarietà, iniziativa dal basso e supporto delle vertenze e delle azioni di carattere più sindacale. Il Soccorso Contadino si è proposto da subito come un punto di incontro e collaborazione fra tecnici, figure sindacali, animatori sociali ed agricoltori finalizzato ad agire per garantire diritti singoli e collettivi.

All’interno di una campagna volta a difendere i diritti di agricoltori che venivano espulsi dal lavoro della terra per i processi di privatizzazione di terre di proprietà regionale o demaniale o per l’alto costo imposto ai terreni dalla speculazione improduttiva di banche e concentrazioni finanziarie, il Soccorso contadino in Toscana ha sostenuto azioni di difesa dagli sfratti, di assistenza legale, di solidarietà economica, di assistenza progettuale.

Oltre che in Toscana il Soccorso Contadino si è particolarmente attivato in Sardegna dal 2006 dove ha supportato con forza, sia sul piano dell’assistenza legale che di difesa attiva contro le vendite all’asta, l’azione di Altragricoltura per difendere migliaia di aziende sarde colpite dagli effetti drammatici di una legge regionale dell’88.

Dopo diverse esperienze condotte nell’arco di quasi dieci anni, Altragricoltura ha promosso la nascita dell’Associazione Soccorso Contadino con l’obiettivo di dare vita ad uno strumento stabile, agile, innovativo ed efficace per difendere attivamente i diritti negati nelle aree rurali e la cultura del loro rispetto, della giustizia, della legalità e dell’integrazione, stimolando e sviluppando una rete di iniziativa, di sportelli, difesa e solidarietà attiva su tutto il territorio nazionale, ovunque lo sviluppo del movimento di base degli agricoltori lo consenta.

Cosa è oggi il Soccorso Contadino?

Oggi, Soccorso Contadino è una associazione di promozione sociale, apartitica, aconfessionale e senza scopo di lucro, promossa dalla Confederazione Altragricoltura. Il Soccorso Contadino è lo strumento operativo con cui difendere e sostenere la cultura del rispetto dei diritti e della dignità di chi lavora la terra, vive in aree rurali e ne consuma il cibo, contribuendo a promuovere solidarietà nelle comunità rurali e fra chi vive nelle campagne e nelle aree urbane.

Il Soccorso Contadino non è solo uno strumento a disposizione di tutti i componenti ed iscritti ad Altragricoltura ma è, anche, uno spazio aperto alla partecipazione ed all’impegno di quanti sia singoli che organizzati ne condividono i principi, le finalità, i regolamenti e lo Statuto e si rivolge a chiunque viva nelle aree rurali, consumi il cibo o abbia a cuore la tutela dei diritti di produttori e consumatori impegnati lungo i cicli di produzione, distribuzione e consumo del cibo.

Quali sono le sue finalità principali?

Soccorso Contadino”, considera centrali i diritti di accesso alla terra ed al suo uso consapevole e responsabile, alla salute ed alla tutela dell’ambiente, all’accesso al credito e alle altre risorse necessarie alla produzione, alla tutela ed alla funzione sociale dei beni comuni fondamentali come l’acqua, i semi, il patrimonio genetico, all’equità dei rapporti economici e sociali, persegue, con particolare attenzione a chi vive nelle aree rurali, ha un’azienda agricola, lavora la terra o è coinvolto nel ciclo di produzione, distribuzione e le seguenti finalità:

  1. promuovere, gestire e sostenere i diritti fondamentali che definiscono la Sovranità Alimentare ovvero il diritto degli agricoltori a produrre il cibo, dei cittadini all’accesso al cibo e dei lavoratori rurali ed impegnati nei cicli di produzione e distribuzione del cibo al salario e a condizioni di lavoro dignitose;
  2. promuovere la cultura della legalità, della solidarietà e dell’ambiente, basata sui principi della Costituzione italiana, della Sovranità Alimentare, della valorizzazione della memoria storica per le persone che hanno operato contro le mafie, contro i poteri speculativi e per la difesa dei diritti nelle aree rurali;
  3. promuovere l’elaborazione di strategie di lotta nonviolenta contro il dominio mafioso del territorio e di resistenza alle infiltrazioni di tipo mafioso;
  4. promuovere la cultura del risparmio e la gestione consapevole delle risorse come base per contrastare gli effetti della speculazione finanziaria e per assicurare il diritto all’accesso al credito, alla trasparenza, all’equità ed alla correttezza dell’uso delle risorse finanziarie;
  5. promuovere l’elaborazione di strategie di lotta non violenta contro il signoraggio, l’usura, l’anatocismo e le diverse forme di vessazione ed illegalità nei rapporti di agricoltori e cittadini con il sistema bancario;
  6. promuovere la cultura del rispetto dei diritti del lavoro e la migliore relazione possibile fra agricoltori, lavoratori e consumatori contrastando nelle campagne fenomeni di sfruttamento del lavoro, di riduzione in schiavitù, di degrado civile ed umano della dignità delle persone, di caporalato;
  7. promuovere la cultura dell’integrazione combattendo il razzismo, l’intolleranza religiosa, il sessismo, lo sfruttamento di genere;
  8. promuovere il diritto alla salute per gli agricoltori e i lavoratori lungo le fasi produttive e dei cittadini consumatori al fine di garantire una corretta informazione sui contenuti del cibo;
  9. promuovere il diritto degli agricoltori e dei cittadini ad un uso del territorio socialmente ed ambientalmente corretto e funzionale al mantenimento di aree rurali vive, produttive, ecologicamente sano;
  10. promuovere iniziative di difesa del patrimonio genetico ed ambientale volto a garantire il diritto degli agricoltori e dei cittadini a determinare il ciclo di produzione secondo i principi della trasparenza, della democrazia e della storia delle comunità ;
  11. promuovere e diffondere la cultura dell’acqua, del territorio, della terra, delle risorse genetiche come beni pubblici accessibili alle comunità ed ai singoli;
  12. promuovere e sostenere i diritti delle comunità rurali e dei cittadini alla tutela ed alla conservazione delle culture, dei saperi e delle conoscenza legate al lavoro della terra, alla produzione, trasformazione e consumo del cibo;

Come può perseguire i suoi fini?

“Soccorso Contadino” persegue le proprie finalità attraverso attività di servizio quali, a puro titolo esemplificativo:

  • organizzare campagne, iniziative culturali, di approfondimento e di informazione;
  • pubblicare materiali relativi alle iniziative nonché produrre e diffondere ogni altro testo o documento audiovisivo attinente;
  • organizzare corsi di formazione ed attività di sensibilizzazione ed orientamento per insegnanti, studenti, operatori sociali e per chiunque intenda impegnarsi per la crescita della cultura della legalità, della solidarietà, della nonviolenza e della tutela dell’ambiente;
  • raccogliere, organizzare e diffondere documentazione aggiornata sui temi oggetto delle sue finalità;
  • coordinare un’attività capillare di monitoraggio sull’evoluzione del fenomeno mafioso, dell’usura, dell’indebitamento e dell’insicurezza sociale nelle campagne e della lotta ad essi, nei diversi contesti;
  • redigere e produrre materiali e rapporti sull’evoluzione del fenomeno mafioso nelle campagne e delle risposte sociali e istituzionali ad esso;
  • promuovere e gestire nelle campagne azioni volte a superare il caporalato ed a favorire l’integrazione dei soggetti colpiti da questo fenomeno;
  • costituire nelle aree rurali e nelle città una rete di sportelli di difesa dei diritti di agricoltori, lavoratori impegnati nel ciclo di produzione e distribuzione del cibo e dei consumatori;
  • promuovere e gestire campagne ed azioni di informazione sui diritti e di difesa legale attivando una rete di assistenza tecnico legale supportata da legali e tecnici;
  • costituire reti di solidarietà fra soggetti colpiti da illegalità, mafia, usura contribuendo a costituire un ambito di relazione ed interscambio e di superamento dell’isolamento sociale;
  • promuovere e costituire fondi di solidarietà e muto soccorso fra i soggetti colpiti dalla crisi economica e finanziaria al fine di prevenire gli effetti dell’usura;
  • promuovere campagne ed iniziative per denunciare, contrastare e superare gli effetti dell’emarginazione sociale indotti dall’indebitamento e dalla crisi economica;
  • organizzare e promuovere attività di turismo sociale e responsabile finalizzate alla promozione della cultura della legalità ed ai temi oggetto della finalità sociale.
  • promuovere l’applicazione della legge n. 109 del 1996 e la nascita di cooperative sociali per la gestione dei beni confiscati alle mafie operando, particolarmente lungo la gestione dei cicli di lavorazione della terra e della produzione e consumo del cibo;
  • costituirsi parte civile nei processi penali per i delitti di cui all’art. 416 bis c.p., per i delitti commessi avvalendosi delle condizioni previste dal medesimo articolo 416 bis c.p. e per i delitti commessi al fine di agevolare le attività delle associazioni di tipo mafioso. Potrà altresì costituirsi parte civile per i delitti di cui all’art. 416 ter. del codice penale in tutte le condizioni previste dalle leggi vigenti al fine di tutelare i diritti degli agricoltori e dei cittadini colpiti da azioni illegali o mafiose.
  • valorizzare e supportare altre associazioni od Enti, fornendo sostegno e servizi e facilitando la comprensione dei processi sociali ed economici nelle aree rurali;
  • contribuire a costituire forme di collegamento stabile tra tutte le associazioni, gli enti e gli altri soggetti collettivi impegnati per la legalità e contro le mafie nei diversi settori di attività civili e sociali;
  • contribuire alla nascita di una rete internazionale di associazioni ed enti impegnati nella prevenzione di fenomeni di illegalità e nella promozione dei diritti e della giustizia;
  • promuovere scambi e gemellaggi tra i soggetti aderenti all’Associazione e con altri che perseguono finalità compatibili.

Chi può essere socio del Soccorso Contadino?

Possono essere soci di “Soccorso Contadino” le associazioni, gli enti non lucrativi di diritto privato, le scuole, le persone che si impegnano nella promozione e gestione delle iniziative e gli altri soggetti collettivi operanti a livello locale o nazionale, italiani o stranieri, che perseguano finalità analoghe e compatibili con quelle di “Soccorso Contadino”.

La certificazione dell’adesione per i soci collettivi, Enti o associazioni avviene tramite “certificato di iscrizione” valido per l’anno di riferimento cui si riferisce l’iscrizione che viene consegnato al rappresentante legale dell’organismo.

I soggetti fisici sottoscrivono la quota annuale decisa dal Consiglio Nazionale e ricevono una tessera nominativa numerata emessa dal Consiglio Nazionale stesso di Soccorso Contadino.

Come è regolata la vita associativa e garantita la partecipazione?

La vita associativa è impostata su base democratica ed in modo da favorire la più ampia e partecipata inclusione.

Gli organi dell’Associazione “Soccorso Contadino” sono i seguenti:

  1. Assemblea nazionale;
  2. Assemblee regionali, Coordinamenti regionali e Referenti regionali;
  3. Nodi territoriali;
  4. Consiglio Nazionale;
  5. Ufficio di presidenza;
  6. Collegio dei Revisori dei conti;
  7. Collegio dei Garanti;

A maggior garanzia dei valori associativi nei confronti dei terzi, tutte le cariche sociali sono incompatibili con la contemporanea copertura di incarichi di rappresentanza partitica (carica di Segretario o equipollente).

Nessun amministratore pubblico può essere eletto ad una carica sociale di “Soccorso Contadino” del livello al quale si riferisce la sua responsabilità di potenziale erogatore.

Come opera concretamente il Soccorso Contadino?

Il Soccorso Contadino opera per determinare uno spazio ed un insieme di strumenti a disposizione delle iniziative del movimento ampio per la Sovranità Alimentare, per i contadini e gli agricoltori direttamente impegnati, le associazioni ed i soggetti collegati, le Istituzioni coinvolte, tutti i cittadini e quanti vivono nelle aree rurali.

Gli strumenti e le azioni vengono individuati annualmente nella sua assemblea nazionale in un confronto che ha l’obiettivo di individuare di quali iniziative di supporto hanno bisogno le campagne e le attività in corso nel movimento ampio dei soggetti aderenti.

Individuati gli strumenti necessari e fissati gli obiettivi, il Soccorso Contadino opera concretamente per realizzarli coordinando gli interventi dei suoi soci e finalizzandoli ed attivando nuove azioni su base di progetti ed azioni mirate.

Tutte le sue iniziative sono improntate a favorire i suoi fini sociali e, dunque, orientate a garantire i diritti fondamentali legati alla realizzazione della Sovranità Alimentare.

Ogni anno l’Ufficio di Presidenza riceve dall’assemblea le linee guida su cui operare, le scelte di quali campagne sostenere e le indicazioni dei bisogni da garantire ed opera per realizzare le migliori condizioni.

Sempre annualmente l’Ufficio di Presidenza dispone una relazione sullo stato di realizzazione delle iniziative ed avanza proposte di integrazione o correzione.

Come si sostiene il Soccorso Contadino?

Il Soccorso Contadino opera su base volontaria ed, essendo un’Associazione di Promozione Sociale, dei proventi e della raccolta nelle campagne di sottoscrizione e sostegno, oltre che dalla quota associativa dei propri soci.

Il Soccorso Contadino realizza progetti per la messa a punto degli strumenti operativi con l’obiettivo di recuperare le risorse necessarie alle spese di funzionamento dei suoi servizi.

Dove ha sede il Soccorso Contadino, come contattarlo?

La sede legale del Soccorso Contadino è a Policoro (MT) in V. Brescia 46.

Altre sedi sono:

  • presso tutte le sedi di Altragricoltura o presso tutti i nuclei stessi di Altragricoltura
  • presso gli sportelli autonomi che si stanno definendo e che possono essere individuati nel suo sito web.
  • Tutte le info sulla sua attività e i contatti nazionali e territoriali presso la pagina web ufficiale al sito www.soccorsocontadino.it

Movimento, Rete, Sindacato

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Chi siamo

Nella seconda metà degli anni ’90,  venivano a maturazione i frutti del grande processo di trasformazione del settore di produzione, distribuzione e consumo degli alimenti e si mostravano i primi effetti della crisi economica, sociale ed ambientale nelle campagne.
L’omologazione al modello della globalizzazione agroalimentare dell’agricoltura italiana, del suo grande patrimonio di lavoro, conoscenze, insediamento territoriale, profonda relazione sociale con le comunità locali stava producendo una crisi devastante che avrebbe portato nel giro di dieci anni a dimezzare il numero delle aziende, concentrando la capcità di realizzare valore nelle mani della finanza e della commercializzazione, scaricando sull’ambiente e la salute i costi sociali della ristrutturazione e determinando nuove divisioni di classe fra chi avrebbe potuto accedere al cibo sano e di qualità ed a chi non avrebbe avuto altrà alternativa che rivolgersi agli hard discount.

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Il primo statuto del 2002 – Il Foro Contadino Altragricoltura

Nel 2002, dopo una lunga fase di discussione e confronto e tre assemblee (una nel Nord a Milano, una a Roma ed una a Napoli) viene deciso e deliberato lo statuto della prima forma organizzata che prese il nome di Foro Contadino Altragricoltura. Nel 2008 verrà superato con l’adozione dello statuto confederale e dalla decisione di dare vita ad  Altragricoltura CSA. Quello che segue è lo statuto del Foro Contadino Altragricoltura nella versione deliberata nel 2002 e depositata all’agenzia delle Entrate di Alessandria. La prima sede, infatti, fu stabilita presso la Cooperativa Valli Unite con sede a Cascina Montesoro.

 

 Statuto
Foro Contadino – Altragricoltura
(Roma, 2002)

Art. 1
E’ costituita un’associazione senza fini di lucro, denominata Foro Contadino- Altragricoltura, con sede legale in Cascina Montesoro, Costa Vescovato (AL) e potrà essere trasferita altrove con decisione del Consiglio Direttivo.
L’Associazione, che da ora in avanti sarà denominata brevemente Foro Contadino, si costituisce come rete e movimento organizzato di agricoltori, contadini, salariati agricoli, tecnici del lavoro agricolo; si propone di promuovere la fuoriuscita dal modello produttivista ed industrialista dell’agricoltura attuale, distruttivo delle risorse riproducibili del pianeta, e valorizzare la via contadina alla gestione del territorio ed alla produzione del cibo e, con esso, un modello sociale solidale con al centro il lavoro, la salute, la conservazione dell’ambiente e della biodiversità, l’equità dei rapporti fra Nord e Sud e di accesso alle risorse.
Per questo il Foro Contadino fa proprio il documento sulla SOVRANITA’ ALIMENTARE DEI POPOLI di Via Campesina e quello redatto dai movimenti sociali a Porto Alegre nel 2002, che si propongono come alternativa al modello di sviluppo neoliberista e rifiutano la guerra in
qualsiasi forma venga giustificata.
La denominazione esatta di Foro Contadino – Altragricoltura si configura come patrimonio nazionale.

Art. 2
L’Associazione si articola sul territorio nazionale in sezioni locali, che si danno coordinamenti territoriali, prevalentemente su base regionale, in conformità del presente statuto e al Regolamento interno approvato dall’Assemblea dei soci.
Le diverse sezioni sono dotate di autonomia politica, gestionale e fiscale ma solo relativamente al territorio di propria competenza; esse si costituiscono conformemente a quanto previsto dal presente Statuto, adeguandosi, conseguentemente, alla struttura organizzativa, agli organi
sociali, e alle sue deliberazioni politiche.
Le sezioni locali sono denominante “Foro Contadino di” seguito dal nome del comune, della località o del coordinamento.
Le sezioni locali, comunali e provinciali e i coordinamenti territoriali possono non avere identità fiscale e si rapportano obbligatoriamente agli organismi nazionali preposti che possono, su delega, conferire mandato territoriale su singole questioni come per la gestione della rappresentanza verso le istituzioni.
Il servizio amministrativo è decentrato, ogni soggetto fiscale eventualmente costituito ha l’obbligo di consegnare alla tesoreria Nazionale il proprio bilancio approvato entro il 30 aprile di ogni anno. Per le sezioni locali o i loro coordinamenti che non sono costituiti in soggetto fiscale è fatto obbligo di comunicare un rendiconto annuale delle spese e delle entrate entro il 30 aprile di ogni anno alla tesoreria Nazionale in modo che questa ne possa dare conto all’Assemblea Ordinaria Annuale. Il bilancio del Foro Contadino, che viene approvato dall’Assemblea dei soci, si compone annualmente del bilancio dei diversi soggetti fiscali di cui è costituito e di quello nazionale.

Art. 3 – Scopi e finalità:
– Promuovere la conversione dal metodo di produzione industriale (con impiego di prodotti
chimici, ogm, ecc.).
– Autonomia di elaborazione e gestione per incidere sulle politiche agrarie
– Ricostruzione del tessuto sociale e produttivo del mondo rurale con riconoscime nto della “utilità sociale degli insediamenti rurali”
– Valorizzazione del lavoro come un diritto
– Promozione del rapporto Cibo-Salute-Ambiente
– Promozione del modello contadino a cui ci riferiamo, rapporto solidale tra produttori e con i cittadini
– Favorire l’accesso alle risorse essenziali
L’insieme degli scopi sono premessa inscindibile dello statuto.

Art. 4
Per raggiungere i suoi scopi l’Associazione provvede al proprio finanziamento con le quote annuali dei soci, con eventuali lasciti, sussidi, donazioni e contributi previa accettazione degli organi esecutivi e preventiva valutazione delle compatibilità e delle provenienze con i fini dell’Associazione, con gli interessi del fondo patrimoniale e con i proventi derivanti dalle iniziative dell’Associazione.
L’anno finanziario decorre dal primo gennaio al trentun dicembre di ogni anno.

Art. 5
Possono essere soci del Foro Contadino tutte le persone fisiche che, sottoscrivendo la quota di iscrizione, vi aderiscono condividendo il presente statuto ed atto costitutivo con i documenti costitutivi allegati e che siano agricoltori, contadini, salariati agricoli, tecnici a diverso titoloimpegnati nel lavoro della terra e la produzione del cibo. I soci si distinguono in soci fondatori, che sono quelli che intervengono all’atto costitutivo ed alla fase costitutiva definita dal consiglio direttivo per tempi e modalità e soci ordinari.
I soci svolgono attività, a titolo gratuito e con solo rimborso spese, per realizzare gli obiettivi dell’Associazione.
Il valore della quota sociale ordinaria è stabilito annualmente dal consiglio direttivo nazionale e può essere differenziata a seconda delle caratteristiche dei diversi soggetti che si associano.
E’ facoltà del Consiglio direttivo Nazionale rifiutare richieste di associazione per motivi di incompatibilità con le norme del presente statuto o con i regolamenti attuativi che verranno adottati e che compongono il corpo normativo del Foro Contadino.
L’iscrizione dei soci avviene mediante richiesta alla sede territoriale di competenza o in assenza alla sede nazionale, di una tessera numerata nominale (la discrezione è di competenza locale).
I Consigli Direttivi Territoriali e Nazionali hanno tempo sessanta giorni per rigettare motivatamente la domanda di iscrizione del socio.
Le tessere vengono stampate su decisione del consiglio direttivo federale Nazionale e acquistate dalle sezioni locali, che ne rispondono direttamente.
I soci partecipano alle assemblee con voto deliberativo e sono eleggibili alle cariche sociali.
Ai soci fondatori è garantito il 50% dei posti nelle cariche sociali a tutti i livelli.
La qualifica di socio si perde per dimissioni o per gravi inadempienze statutarie: in quest’ultimo caso la radiazione da socio deve essere sottoposta dal Consiglio direttivo Nazionale all’Assemblea dei soci con voto segreto a maggioranza dei presenti.
Le eventuali dimissioni da socio non esimono da obblighi finanziari assunti per l’anno in corso e per gli anni precedenti.
Tutti i soci, siano essi fondatori od ordinari, hanno il diritto di partecipare alla vita associativa del Foro Contadino pur mantenendo per la nomina delle cariche sociali la ripartizione indicata nel presente articolo.

Art. 6
Sono organi dell’Associazione:
a) l’Assemblea Soci
b) il Consiglio Direttivo
c) il Collegio dei Revisori dei Conti.
Le cariche sociali non comportano alcuna retribuzione. Possono essere corrisposti solo rimborsi delle spese effettivamente sostenute entro i limiti preventivamente stabiliti secondo le leggi vigenti e deliberati dagli organis mi sociali competenti.

Art. 7
L’Assemblea dei soci può essere ordinaria e straordinaria; essa potrà essere convocata e potrà riunirsi anche in luogo diverso da quello della sede sociale.
Hanno diritto di partecipare all’assemblea tutti i soci, purchè in regola con il pagamento della quota sociale.
L’assemblea ordinaria ha il compito:
a) di fissare le direttive di massima per le attività del Foro Contadino;
b) di approvare i rendiconti e/o i bilanci annuali consuntivi e preventivi;
c) di eleggere il Consiglio direttivo;
d) di eleggere il Collegio dei Revisori dei Conti.
L’assemblea ordinaria deve essere tenuta almeno una volta all’anno.
L’Assemblea Straordinaria ha competenza sulle seguenti materie:
a) modifiche del presente Statuto
b) scioglimento dell’Associazione.
Le convocazioni dell’Assemblea sono fatte mediante affissione della convocazione in tutte le sedi dell’Associazione con almeno venti giorni di anticipo dalla data di convocazione e con comunicazione scritta, anche per posta elettronica.
In caso di urgenza è data facoltà al Presidente di convocare l’Assemblea con una settimana di anticipo, purchè provveda a darne la massima e certa informazione ai soci.
Le delibere dell’assemblea obbligano conformemente tutti i soci.
L’assemblea può essere convocata anche da un terzo dei soci, in questo caso l’ordine del giorno sarà quello stabilito dal documento di convocazione, che i soci avranno firmato e il Presidente verrà eletto dall’Assemblea stessa in deroga a quanto previsto dall’Art. 8 del presente Statuto.
L’Assemblea ordinaria è legalmente costituita in prima convocazione con la presenza del cinquanta per cento più uno dei soci; in seconda convocazione qualunque sia il numero dei partecipanti. Le deliberazioni sono prese con le maggioranze previste dalla legge.
L’Assemblea straordinaria è legalmente costituita e delibera validamente con le presenze e le maggioranze previste dal Codice Civile e dalla Legge.
Hanno diritto di voto tutti i soci in regola con il versamento delle quote sociali.
Le votazioni nelle assemblee hanno luogo con voto palese.
Nel caso di radiazione di un socio le votazioni avranno luogo per scheda segreta.
Si procede al voto segreto quando ne faccia richiesta un terzo dei partecipanti con diritto di voto o, quando richiesto dal Presidente, la maggioranza dell’Assemblea ne decidesse la modalità.
E’ ammessa una delega per ogni socio presente all’assemblea.

Art. 8
Il Consiglio Direttivo è l’organo rappresentativo del Foro Contadino. E’ composto di un numero di componenti variabile da cinque a novanta, è eletto dall’Assemblea generale dei soci e rimane in carica per due anni.
Il Consiglio Direttivo Nazionale redige ed approva il regolamento interno dell’Associazione.
Il Consiglio Direttivo Nazionale ha il compito di rappresentare e dirige l’Associazione, ne esegue e interpreta le indicazioni scaturite dall’Assemblea dei soci, si assume la responsabilità di esprimere posizioni ufficiali per l’Associazione ogni qual volta l’urgenza lo richieda.
Il Consiglio Direttivo Nazionale elegge al suo interno un Presidente, un Organo Esecutivo composto da otto componenti ricercati al suo interno e un Tesoriere.
Il Consiglio Direttivo Nazionale si riunisce di norma ogni quattro mesi su convocazione scritta del Presidente; può essere convocato da almeno un terzo dei suoi componenti.
La qualità di membro del Consiglio Direttivo Nazionale è incompatibile con attività o funzioni svolte dal membro stesso quando esse interferiscano in concreto con gli scopi del Foro Contadino o con le norme sancite dalle leggi comunitarie o nazionali.
L’incompatibilità viene dichiarata dal Consiglio Direttivo Nazionale; nel caso che nel corso dell’anno dovesse venire a mancare uno più consiglieri fino ad un numero massimo di un terzo dei componenti, il Consiglio procede alla loro sostituzione per cooptazione.
Tali componenti restano in carica fino alla prima assemblea dei soci, ove debbono essere ratificati, pena la decadenza.
Ove venisse a mancare più di un terzo dei consiglieri il Presidente provvede a convocare l’Assemblea dei soci per l’elezione dei nuovi consiglieri.
E’ fatto obbligo ai consiglieri di partecipare alle sedute del Consiglio. Il Consigliere che non dovesse partecipare a più della metà delle riunioni perde la facoltà di essere rieletto nel Consiglio successivo.
Se un Consigliere non partecipa a tre riunioni consecutive del Consiglio senza giustificato motivo, viene dichiarato dimissionario dal Consiglio Direttivo Nazionale.
Per la validità delle deliberazioni del Consiglio è richiesta la presenza di un terzo dei componenti; le deliberazioni sono assunte a maggioranza dei presenti e, in caso di parità, prevale il voto del Presidente.
I verbali delle riunioni firmati dal Presidente e dal Coordinatore devono essere trascritti nel libro dei verbali.
Il Segretario verbalizzante è scelto dal Consiglio Direttivo anche da persona estranea al Foro Contadino.
Un riassunto del verbale deve essere reso noto ai soci entro due mesi dalla seduta mediante pubblicazione nella bacheca delle sedi, o con altri mezzi di comunicazione.
Le sezioni locali e i coordinamenti territoriali si costituiscono analogamente adottando lo schema dello Statuto Nazionale
Il Presidente ha funzioni generali di rappresentanza dell’Associazione presso terzi, enti, istituzioni, ecc. e rappresenta l’Associazione in giudizio.
Ha il compito di presiedere il Consiglio direttivo e l’Assemblea dei Soci.
In caso di impedimento o di assenza gli stessi poteri sono esercitati, nell’ordine, dai componenti l’Esecutivo, dal Tesoriere e dal più anziano dei Consiglieri.
L’organo Esecutivo ha il compito di direzione interna del Foro Contadino, realizza le indicazioni del Consiglio Direttivo in ordine alle azioni di intervento ed agli indirizzi annualmente previsti e presentati all’Assemblea dei Soci, garantendone l’unitarietà e promuovendo i rapporti con i
soggetti esterni, concludendo, con essi, accordi su campagne e singoli progetti, ovvero protocolli di intese e iniziative comuni.
Il Consiglio Direttivo con procura potrà demandare incarichi particolari anche a terzi estranei.
Il Consiglio Direttivo delibera le adesioni a organismi collaterali.
Interviene attivamente, per conto del Foro Contadino, nella gestione delle attività dell’Associazione Altragricoltura – ONLUS rappresentandolo a tutti gli effetti.
Il Tesoriere è il responsabile amministrativo dell’Associazione e, su mandato esplicito del Consiglio Direttivo, potrà aprire e chiudere conti correnti Bancari o postali; potrà prelevare da tali Conti e versare in essi anche a firma singola.
Potrà inoltre pagare fornitori di beni e servizi di ogni tipo e incassare dai soci o da qualsiasi altra persona o soggetto giuridico sia privato che Pubblico.
In assenza del Tesoriere ogni sua funzione è assunta dal Presidente.
Il Consiglio Direttivo svolge le attività di coordinamento dell’Associazione conferendone mandato al Coordinatore.
E’ di dipendenza del Consiglio Direttivo la decisione di assumere lavoratori dipendenti e autonomi nella quantità e con le mansioni strettamente necessarie al regolare funzionamento dell’Associazione, oppure occorrenti a qualificare o specializzare la stessa attività dell’Associazione.
Ai dipendenti sono garantite modalità di trattamento previste dalle leggi quadro sul volontariato ed è garantita una copertura assicurativa contro gli infortuni e le malattie connesse alle attività svolte: ai volontari ed ai collaboratori che prestano il proprio servizio è garantita una copertura assicurativa così come indicato dalle norme nazionali e regionali e dall’applicazione di una corretta etica comportamentale da parte degli organi sociali competenti
dell’Associazione.
E’ prevista la incompatibilità tra lo stato di dipendenza dal Foro Contadino e la eleggibilità al suo interno.

Art. 9
Il Collegio dei Revisori dei Conti è composto da 3 componenti effettivi – tra cui il Presidente – e due supplenti, dura in carica due anni ed è nominato dall’Assemblea dei Soci, che nomina anche il Presidente.
Ad esso è demandata la verifica della contabilità e la presentazione all’Assemblea della relazione sul bilancio e/o rendiconto dell’Associazione.
I revisori dei Conti possono essere non soci dell’Associazione e potranno essere retribuiti su delibera dell’Assemblea.

Art. 10
Il presente statuto può essere modificato dall’Assemblea straordinaria dei Soci, convocata secondo le modalità di cui all’Art. 7.

Art. 11
La durata dell’Associazione è fissata fino al 31 dicembre del 2099 e può essere prorogata dall’Assemblea Straordinaria.

Art. 12
Lo scioglimento, la cessazione ovvero l’estinzione dell’Associazione è deciso dall’Assemblea Straordinaria dei soci, riunita a questo scopo, che determina le modalità della liquidazione secondo quanto stabilito dalle leggi e dal Codice Civile; il patrimonio dell’Associazione è devoluto ad organizzazioni dello stesso settore regolarmente iscritte negli appositi registri dalle leggi nazionali e regionali.
Per quanto non previsto dal presente Statuto si rimanda alle norme di legge in materia.

Logos Altragricoltura

Dallo Statuto si Altragricoltura CSAlogo ufficiale altragricoltura csa

 

Art. 1

“…..La denominazione esatta di Altragricoltura – Confederazione per la Sovranità Alimentare e quella abbreviata di Altragricoltura si configurano come patrimonio nazionale.

Tale denominazione con il logo, successivamente descritto, saranno depositati con esclusiva utilizzazione e autorizzazione di utilizzo da parte degli Organi Nazionali…..”

 

Art. 10 LOGO

Il logo di Altragricoltura è composto da un arco a più colori rappresentante l’arcobaleno sormontato dalla scritta ALTRAGRICOLTURA, comprendente la scritta confederazione e posto su un rettangolo verde con la scritta interna bianca “per la sovranità alimentare”. Il logo senza la scritta di confederazione è, parimenti, considerato logo di Altragricoltura. Il logo di Altragricoltura viene depositato nei siti web di Altragricoltura in cui viene inserita una pagina speciale denominata “logo”. Eventuali aggiornamenti e integrazioni del logo saranno pubblicati nelle pagine dei siti web

 


logo altragricolturaConseguentemente questo è il logo di base a disposizione delle diverse istanze di movimento diverse da quelle della Confederazione.

Statuto Altragricoltura – CSA

Nel 2008 all’assemblea di Caserta lo statuto del Foro Contadino Altragricoltura viene sostituito, con decisione congressuale, dallo statuto (tutt’ora in  vigore) di Altragricoltura CSA, aprendosi la fase verso l’organizzazione sindacale di rappresentanza.

 

STATUTO NAZIONALE DI ALTRAGRICOLTURA – CONFEDERAZIONE PER LA SOVRANITA’ ALIMENTARE

 

CAPO I- PRINCIPI E FINALITA’ COSTITUTIVE

 

Art. 1 – COSTITUZIONE

E’ costituita un’associazione senza fini di lucro denominata, Altragricoltura – Confederazione per la Sovranità Alimentare.

L’associazione, che da ora in avanti sarà denominata brevemente Altragricoltura, si costituisce ai sensi e per gli effetti dell’art. 39 della Costituzione Italiana. come associazione di rappresentanza dei contadini e produttori agricoli operanti sul territorio italiana, siano essi agricoltori o allevatori loro istanze associative ed organizzative che essi si danno per svolgere la propria attività nonché soggetti che operano nel campo agricolo della pesca e della forestazione.

Altragricoltura organizza inoltre, quanti condividono gli scopi del presente Statuto e secondo le regole in esso stabilite.

Altragricoltura è un’associazione autonoma. democratica ed indipendente che si fonda sul principio dell’autonomia sociale dei contadini e si costituisce sulla base di un sistema federale in cui si integrano e coordinano le sue istanze costituenti.

Altragricoltura si riconosce. aderendovi, al movimento interazionale contadine di Via Campesina ed alle sue istanze regionali, partecipando ed aderendo alla CPE (Confédération paysanne Européenne) istanza di coordinamento Europeo.

La denominazione esatta di Altragricoltura – Confederazione per la Sovranità Alimentare e quella abbreviata di Altragricoltura si configurano come patrimonio nazionale.

Tale denominazione con il logo, successivamente descritto, saranno depositati con esclusiva utilizzazione e autorizzazione di utilizzo da parte degli Organi Nazionali.

Contemporaneamente con il presente Atto viene depositata la denominazione FORO CONTADINO entro la quale saranno individuate e unificate le diverse istanze territoriali e sub provinciali, promosse dagliaderenti ad Altragricoltura.

 

Art.2 – SEDE E PRINCIPI FONDAMENTALI

Altragricoltura ha sede centrale e legale in Roma e potrà essere trasferita altrove con decisione del Consiglio Direttivo ed articola sedi in tutto il territorio nazionale.

Altragricoltura si propone di promuovere un movimento ampio per difendere il diritto contadino a produrre e quello cittadino ad un cibo sano, perseguendo la fuoriuscita dal modello produttivista ed industrialista dell’agricoltura attuale, distruttivo delle risorse riproducibili del pianeta, e valorizzando la via contadina alla gestione dei territoriale ed alla produzione del cibo e. con essa, un modello sociale solidale con al centro il lavoro, la salute, la conservazione dell’ambiente e della biodiversità, l’equità del rapporto fra Nord e Sud e di accesso alle risorse e modalità responsabili del consumo, contro il pericolo della desertificazione.

Per questo Altragricoltura fa proprio il documento sulla SOVRANITA’ ALIMENTARE DEI POPOLI di Via Campesina che si propone come emulativa al modello di sviluppo neoliberista e rifiuta la guerra in qualsiasi forma venga giustificata.

Suoi principi fondamentali sono:

  • la centralità dell’azienda agricola singola ed associate e la promozione della crescita culturale. morale. civile ed economica dei contadini e di tutti coloro che operano nel mondo rurale;

  • la tutela dei valori espressi dalla cultura contadina dell’onestà e all’integrità morale, del diritto a produrre garantito dalla Libertà di iniziativa esercitata con responsabilità sociale in modo da tutelare il lavoro, l’ambiente rurale la solidarietà ed alla cooperazione, la valorizzazione dell’ambiente e del territorio, la riproducibilità delle risorse;

  • l’unità del contadini e dei loro movimenti e l’unità con le altre forze sociali che perseguono istanze democratiche ed obiettivi civili ed economici omogenei;

  • il benessere economico. sociale e culturale dell’intero Paese. per l’integrazione politica ed economica dell‘Europa e l’affermazione della democrazia economica nel processo di globalizzazione ed afferma altresì il valore universale della Pace. del rispetto dell’altro e dei diritti umani;

  • realizzare nella società e nell’economia le pari opportunità tra donne e uomini e a promuovere l’inserimento dei giovani ed il ricambio generazionale nelle imprese e nei sistemi agricoli territoriali;

Il principio delle pari opportunità per la rappresentanza femminile, è base di riferimento nei criteri di composizione degli organismi rappresentativi delle istanze di Altragricoltura, tenendo conto del numero delle iscritte nel libro soci delle diverse realtà territoriali.

Altragricoltura reputa decisivo e necessario un nuovo rapporto e nuovo confronto con 1e OO. SS. Dei lavoratori dipendenti. sui temi delle sviluppo dell’agricoltura, la difesa dell’ambiente e del territorio, il lavoro. il controllo democratico dei processi produttivi secondo i principi della Sovranità e Sicurezza Alimentare.

 

Art. 3 – SCOPI, FINALITA’, ATTIVITA’

Finalità principali di Altragricoltura sono quello di difendere, sostenere e promuovere:

  • il reddito dell’azienda agricola e allevatrice difendendo il diritto contadino a produrre;

  • le condizioni e i diritti del lavoro nelle campagne italiane;

  • il diritto all’accesso ad un cibo sano per tutti;

Nelle spinte di queste finalità. conseguentemente, Altragricoltura opera per costruire un movimento di contadini in forte alleanza con tutti i cittadini per la Sovranità Alimentare intervenendo attivamente:

  • per promuovere. sostenere e rafforzare un forte movimento di opinione ed iniziativa capace di contrastare la perdita di reddito e di funzione delle aziende produttive contadine italiane;

  • per sostenere e promuovere pratiche finalizzate al raggiungimento delle finalità

per promuovere processi economici sostenendo le forme di produzione responsabile e di consumo critico base di una relazione fra la produzione e consumo eticamente riconducibili nelle ipotesi della Sovranità Alimentare;

  • per definire e agire con piattaforme rivendicative capaci di rendere possibile il diritto a produrre e quello al cibo;

  • per aprire vertenze e avanzare preposte che rendano possibili questi obbiettivi. anche modificando nel profondo, in favore dell’agricoltura e dei cittadini. gli attuali rapporti tra agricoltura-industria e distribuzione;

  • per sostenere con l’autorganizzazione alleanze. campagne, mobilitazioni, ecc. finalizzate a ottenere il riconoscimento degli obiettivi;

  • per rappresentare direttamente queste vertenze e i singoli iscritti di fronte alle controparti chiamate a rispondere nelle loro responsabilità istituzionali. politiche e sociali anche agendo nelle sedi politiche. giuridiche e legali nelle diverse forme necessarie;

  • per difendere direttamente le aziende dalla chiusura e dagli effetti della crisi economica e i cittadini dalle politiche aggressive di mercato che ne limitano o impediscono l’accesso al cibo;

  • per sostenere fra i contadini e nella società per difendere attivamente le aziende dalla chiusura e dagli effetti della crisi economica e i cittadini dalle politiche aggressive di mercato che ne limitano o impediscono l’accesso al cibo;

  • per sostenere fra i contadini e nella società spazi e modelli di socialità e pratiche in cui praticare e promuovere processi che sostanziano la Sovranità Alimentare;

  • per sostenere scelte politiche ed economiche e comportamenti sociali che intervenendo attivamente sulla tutela del territorio, della biodiversità, delle culture locali promuovono i contesti entro cui è possibile esprimere il diritto contadino a produrre e quello al cibo;

  • per affermare modelli sociali solidali, rispettosi delle differenze di razza, cultura, genere, religione, integrati che definiscono una società in cui sia bandita l’intolleranza, lo sfruttamento, il razzismo e in cui la guerra, in tutte le forme in cui è agita, sia esclusa.

 

CAPO II – ORGANIZZAZIONE

 

Art. 4 STRUTTURA E SCELTE ORGANIZZATIVE

Al fine di realizzare questi obiettivi, Altragricoltura, che si configura come luogo e soggetto di rappresentanza degli iscritti e degli aderenti nelle loro istanze per realizzare gli scopi sociali, opera:

  • costituendosi in giudizio o in ogni sede necessaria a difendere e rappresentare le proposte e i diritti dei propri iscritti;

  • adottando strumenti coerenti ed efficaci con questo obiettivo (anche di natura giuridica e tecnica) in cui, anche in concorso con altri, assicurare la migliore tutela degli interessi dei contadini e dei cittadini nelle loro vertenze e proposte per la Sovranità Alimentare;

  • dandosi propri strumenti di comunicazione all’interno ed all’esterno (giornali, riviste, siti internet, prodotti multimediali, ecc..) anche costituendo adeguati strumenti di gestione (case editrici, testate e agenzie, ecc..);

  • realizzando azioni attive per la formazione dei contadini, dei cittadini e del movimento per la Sovranità Alimentare in ordine ai diversi contenuti che la sostanziano (tecniche e modelli produttivi, modelli e pratiche aziendali e dei consumi, modelli del ciclo corto, diritti, ecc..);

  • adottando, ai fini di promuovere una coerente e tecnicamente adeguata formazione, strumenti operativi anche di natura giuridica che accedano ai riconoscimenti necessari previsti dalle vigenti leggi comunitarie, nazionali e regionali (anche costituendo un proprio Ente di Formazione);

  • promuovendo campagne nazionali e iniziative locali che sostengano, anche in rapporto con altri, il raggiungimento degli obiettivi;

  • costituendo campagne che sostengano l’autonomia sociale e politica del movimento dei contadini e dei cittadini per la Sovranità Alimentare garantendone la condizione fondamentale dell’autonomia economica necessaria al funzionamento e alla gestione delle iniziative;

  • realizzando, anche in sede giuridica, luoghi e soggetti organizzati in grado di gestire queste campagne di sostegno e raccolta delle risorse necessarie;

  • costituendo, anche in sede giuridica, strumenti professionali e tecnici di supporto per la progettazione e l’assistenza alle iniziative nazionali e territoriali che gli iscritti singoli ed il movimento stesso adotta (sportelli di assistenza, servizi tecnici, ecc..);

  • costituendo spazi di iniziativa diretta in cui favorire l’incontro fra contadini e cittadini promuovendovi, sulla base della costante ricerca di modelli agro ecologici e contadini della produzione e critici e consapevoli del consumo, reddito per l’azienda e risparmio per i consumatori e dove promuovere la cultura della Sovranità Alimentare;

  • realizzando e gestendo, a questo fine, centri sociali, mercati, feste ed ogni altra iniziativa locale, territoriale o nazionale serva a questo scopo (anche realizzando una proposta nazionale di modello articolata e alimentata nelle pratiche locali);

  • favorendo accordi di carattere economico, settoriali, intersettoriali e territoriali, nell’interesse delle imprese agricole;

  • promuovendo forme di autogoverno tra i produttori agricoli con particolare riferimento alla cooperazione e l’associazionismo, sostenendone lo sviluppo e l’efficacia di gestione e favorendo la partecipazione e il controllo dei soci;

  • promuovendo politiche e partecipando ad iniziative di programmazione economica e territoriale, valorizzando il metodo della partecipazione democratica ed i principi della sussidiarietà;

  • promuovendo l’accesso dei giovani nel settore agricolo e la collaborazione tra generazioni per lo sviluppo armonico dei territori rurali e della società;

  • promuovendo ed organizzando iniziative di mobilitazione sindacale per la tutela degli interessi dei propri associati, nel rispetto dei principi di legalità e non violenza;

  • promuovendo un processo di aggregazione dell’agricoltura italiana anche impegnandosi per la costruzione di intese e di coordinamento con le altre organizzazioni di rappresentanza;

  • perseguendo la scelta dell’unità dei movimenti agricoli e delle loro organizzazioni e della cooperazione agricola come mezzo per affermare il valore dell’agricoltura e garantire nuovi diritti in campo economico e sociale agli agricoltori e alle aziende agricole;

  • promuovendo e fornendo, anche a mezzo di società, enti ed Istituti appositamente costituiti, o utilizzando in convenzione quanto già costituito da OO. SS. di valenza nazionale, servizi di consulenza, assistenza, informazione e supporto all’adozione di innovazioni;

  • promuovendo il miglioramento dell’assistenza sociale, previdenziale ed assistenziale a favore degli agricoltori, dei loro familiari e, in generale, di tutti i cittadini, anche avvalendosi dell’Ente di Patronato di riferimento per eventuale convenzione con la OO.SS. istitutrice;

  • partecipando all’elaborazione delle proposte per le nuove politiche agrarie regionali,nazionali ed europee;

  • promuovendo e sostenendo la crescita delle competenze e la qualificazione professionale di tutti coloro che operano in agricoltura, nelle filiere agroalimentari ed in ambiente rurale;

 

  • organizzando convegni, ricerche, seminari di studio, forum etc. per favorire la crescita delle conoscenze ed il confronto di posizioni tra istituzioni, organizzazioni e cittadini, anche su temi di carattere generale;

  • costituendo strutture organizzative idonee a compiere operazioni economiche, finanziarie ed immobiliari;

  • assumendo la partecipazione e promuovendo la costituzione di società, istituti, associazioni, fondazioni ed enti di qualsiasi natura giuridica;

  • esercitando ogni altra funzione e mandato che siano ad essa conferiti da legge, regolamento o disposizione, secondo i principi della sussidiarietà;

  • agendo in alleanza con altri o direttamente per promuovere le condizioni generali di alternativa alla globalizzazione neoliberista, alla privatizzazione delle risorse, alla liberalizzazione senza regole dei mercati, ai processi sociali autoritari, alla guerra, alla precarizzazione dei diritti del lavoro e delle relazioni sociali, al dominio delle multinazionali;

  • partecipando, con gli altri movimenti contadini del mondo che si battono per la Sovranità Alimentare, al comune impegno contro le logiche di predominio del Wto, il FMI, la BM e, in generale, i processi antidemocratici ed antipopolari che espropriano i popoli del mondo del diritto all’equità ed alla giustizia ed a scegliere il proprio modello sociale, politico ed economico imponendo, anzi, la guerra permanente;

  • partecipando attivamente al rafforzamento del movimento di Via Campesina ed alle sue istanze territoriali e, anche in alleanza con altri, alle campagne, alle iniziative ed alle mobilitazioni contro la guerra e la globalizzazione neoliberista.

L’insieme degli scopi, delle finalità e delle attività sono premessa inscindibile dello statuto

Art. 5 ISCRITTI

La partecipazione ad Altragricoltura può realizzarsi per iscrizione,con tesseramento soggettivo tramite le Organizzazioni territoriali di appartenenza, o tramite associazione aderente alla Confederazione.

Possono essere iscritti ad Altragricoltura tutte le persone fisiche che operano nel settore agricolo, agricoltori o allevatori e i componenti delle loro famiglie, sottoscrivono la quota di iscrizione e condividono il presente statuto ed atto costitutivo con i documenti costitutivi allegati.

Possono essere associati ad Altragricoltura aziende, strutture, associazioni, enti, che condividono le scelte politiche ed organizzative di Altragricoltura ed operano per promuovere gli obiettivi e le finalità indicate dal presente statuto. Possono associarsi sia soggetti che operano come diretta espressione ed emanazione di Altragricoltura essendo promossi per realizzare direttamente parte degli obiettivi statutari come articolazioni del sistema d’organizzazione o soggetti che, mantenendo la propria autonomia decisionale, aderiscono per attuare parti e ambiti di iniziativa.

La direzione nazionale articola ed aggiorna i protocolli con cui vengono definiti i livelli e le modalità associative.

Il valore della quota sociale ordinaria per gli iscritti e di associazione è stabilito annualmente dalla direzione nazionale e può essere differenziata a seconda delle caratteristiche dei diversi soggetti che si iscrivono o si associano.

E’ facoltà della Direzione Nazionale rifiutare richieste di iscrizione per motivi di incompatibilità con le norme del presente statuto o con i regolamenti attuativi che verranno adottati e che compongono il corpo normativo di Altragricoltura.

L’iscrizione avviene mediante richiesta alla sede territoriale di competenza o in assenza alla sede nazionale, di una tessera numerata nominale (la discrezione è di competenza locale) o presso le Associazioni di settore e di persone, o direttamente ed essa vale come adesione all’intero sistema.

Il tesseramento e il controllo rigoroso della sua reale consistenza rappresenta la base essenziale su cui si organizza l’esercizio democratico per la formazione degli Organi di Altragricoltura. Nel caso di adesione tramite sindacati di settore,associazioni di persone o territoriali, la tessera oggettiva deve contenere il logo e la denominazione di Altragricoltura e saranno considerate valide quelle effettivamente comunicate alla Confederazione con il corrispettivo versamento della quota concordata.

L’esercizio della rappresentanza politica e sindacale si realizza nell’ambito delle sedi di Altragricoltura zonali o equivalenti, anche a livello comunale, e mediante le Associazioni di persone e i Sindacati di settore.

L’adesione al sistema Altragricoltura obbliga gli associati a:

  • accettare lo statuto, il regolamento ed il codice etico di Altragricoltura;

  • versare alle sedi territoriali di appartenenza di Altragricoltura le quote associative deliberate dagli organi confederali;

  • fornire al sistema Altragricoltura le informazioni richieste per l’attuazione delle attività confederali.

La qualità di socio è personale e non trasferibile ne’ per atto tra vivi, ne’ per successione. L’adesione è annuale.

In caso di recesso dal rapporto associativo, il recedente non potrà chiedere il rimborso della quota, ne’ la divisione del patrimonio comune.

Il mancato versamento della quota annuale determina la sospensione dell’esercizio da tutti i diritti di associato, compreso quello di elettorato attivo e passivo e comporta la decadenza da ogni incarico negli Organi di Altragricoltura a qualsiasi livello.

Gli Organi Territoriali preposti e la Direzione Nazionale hanno tempo sessanta giorni per rigettare motivatamente la domanda di iscrizione.

Le tessere vengono stampate su decisione della Direzione Nazionale e acquistate dalle sezioni locali, che ne rispondono direttamente.

Gli iscritti partecipano alle assemblee con voto deliberativo e sono eleggibili alle cariche sociali.

I dipendenti e i collaboratori devono essere iscritti all’Organizzazione.

La qualifica di iscritto si perde per dimissioni o per gravi inadempienze statutarie come previsto da apposito articolo del presente Statuto.

Tutti gli iscritti hanno il diritto di partecipare alla vita associativa di Altragricoltura e ad essere eletti nei suoi organismi democratici in funzione di due vincoli:

– il Presidente ed il Tesoriere di ognuna delle istanze nazionali o territoriali deve essere un/una contadino/a o soggetto equivalente secondo la definizione del vigente Codice Civile;

– in ogni organismo la presenza di iscritti non contadini, o soggetti equivalenti, non può superare il limite massimo di un terzo dei componenti.

Le forme e le condizioni con cui viene formato il rapporto organizzativo e di adesione tra Altragricoltura e associazioni di scopo, collettive,di settore o territoriali saranno definite in apposito regolamento approvato dall’Organo fondamentale previsto dal presente Statuto o Organo da esso appositamente delegato

.

CAPO III- ORGANI E DEMOCRAZIA

Art. 6 Organi e Istanze della partecipazione e della garanzia democratica

Sono Organi e Istanze elettive di partecipazione e di direzione democratica nazionale di Altragricoltura:

  • Il Congresso

  • La Direzione Nazionale

  • La Consulta delle Regioni

  • L’esecutivo Nazionale

  • Il Presidente

  • Il Collegio dei Revisori

  • Il Collegio dei Garanti

L’Assemblea Congressuale viene convocata ogni tre anni dal Presidente su conforme deliberazione della Direzione contenente un apposito Regolamento. In fase di prima Costituzione verrà eletta una Assemblea Costituente che entro un anno dalla sua costituzione, definito il quadro dei Sindacati di settore, Associazioni di persone e Associazioni territoriali, indirà il Congresso per la formazione dell’Assemblea valida per tre anni.

Concorrono alla formazione dell’Assemblea Congressuale le rispettive Assemblee regionali , provinciali, delle Associazioni di persone e sindacati di settore a valenza nazionale, secondo appositi principi e regolamenti specifici, appositamente emanati, che non configgono con i principi generali del presente Statuto.

Essa è composta dai delegati eletti da tali istanze,in relazione e proporzione alla rispettiva consistenza associativa e numero degli iscritti, che sulla base di una disciplina di specifico regolamento insieme concorrono alla formazione degli Organi Dirigenti ed elettivi di Altragricoltura, Tra questi rappresentanti sono compresi, di diritto, i Presidenti di Altragricoltura regionali e provinciali, i Presidenti dei Sindacati di settore o Associazioni di persone nazionali.

In caso di necessità, la Direzione può deliberare la convocazione dell’Assemblea Congressuale anticipatamente prima della scadenza ordinaria dei tre anni.

Alle sedute dell’Assemblea dei Delegati partecipano, senza diritto di voto, il Collegio dei Revisori dei Conti ed il Collegio dei Garanti.

L’Assemblea Congressuale ha i seguenti poteri e compiti:

  • approva il documento politico-programmatico;

  • approva e modifica lo Statuto;

  • elegge la Direzione Nazionale, la Consulta delle regioni;

  • elegge i componenti del Collegio dei Revisori dei Conti e del Collegio dei Garanti.

L’Assemblea Congressuale è convocata almeno novanta giorni prima della data fissata, secondo le modalità stabilite dal Regolamento.

L’Assemblea Congressuale è ritenuta valida in prima convocazione con la presenza del 50% più uno dei suoi componenti e delibera validamente con il voto del 50% più uno dei presenti; è ritenuta valida in seconda convocazione con la presenza del 25% dei suoi componenti e delibera validamente con il voto del 50% più uno dei presenti.

In ogni caso le votazioni sono valide se la composizione dei partecipanti l’Assemblea è composta da una maggioranza assoluta e qualificata dei soggetti effettivamente impegnati nell’attività agricola o equivalente come dai principi essenziali del presente Statuto.

La Direzione Nazionale rimane in carica tre anni e nei suoi componenti devono essere assicurate le rappresentanze delle Associazioni di persone e dei Sindacati verticali riconosciuti, a valenza nazionale, nonché dei fondamentali Istituti costituiti. Alle sedute della Direzione partecipano, senza diritto di voto, i presidenti del Collegio dei Revisori dei Conti ed il Collegio dei Garanti.

E’ il Fondamentale Organo di direzione politica da un Congresso all’altro.

La Direzione ha i seguenti poteri e compiti:

  • elegge il Presidente

  • elegge l’Esecutivo

  • nomina il Coordinatore

  • nomina il Tesoriere

  • si dota di un Comitato Storico Scientifico Nazionale sulla base di un regolamento appositamente predisposto;

  • stabilisce le linee generali di azione politica, di programma e di indirizzo di Altragricoltura;

  • verifica l’andamento dell’Associazione e delle strutture collegate;

  • approva il bilancio consuntivo annuale di Altragricoltura su proposta della presidenza e relazione del Coordinatore;

  • approva, su proposta della presidenza e relazione del Coordinatore, il Bilancio preventivo e le quote di contribuzione di spettanza;

  • approva e modifica tutti i Regolamenti di sua competenza,compreso il Codice Etico;

  • delibera il compenso dei Revisori dei Conti e del Collegio dei Garanti.

  • sviluppa e delibera iniziative e programmi di carattere politico-sindacale, programmatico e finanziario.

  • delibera il commissariamento delle istanze Zonali o equivalenti con le modalità e le procedure previste dal regolamento;

  • esercita il controllo sull’attività e i risultati delle società ed enti promossi o partecipati, direttamente e/o indirettamente, da Altragricoltura;

  • verificare la conformità degli Statuti delle Associazioni Aderenti;

La Direzione è convocata almeno una volta ogni tre mesi su proposta del Presidente, , ovvero su richiesta scritta motivata da almeno un quinto dei suoi componenti.

Le decisioni della Direzione sono ritenute valide in prima convocazione con la presenza del 50% più uno dei suoi componenti e con il voto del 50% più uno dei presenti; in seconda convocazione con la presenza del 25% dei suoi componenti e con il voto del 50% più uno dei presenti.

La Consulta delle Regioni è Organo intermedio che sostituisce una equivalente Assemblea Nazionale non Congressuale si compone di tutti i coordinatori regionali e rappresentanze regionali,in proporzione agli iscritti, indicate in sede congressuale dagli Organi della regione di appartenenza. Viene consultata periodicamente direttamente dall’Esecutivo per poter contribuire preventivamente alle scelte fondamentali dell’organizzazione e, particolarmente, discute ed esprime pareri e proposte, in preparazione delle riunioni della Direzione Nazionale e valuta i suoi lavori. Almeno una volta all’anno si convoca in seduta comune con la Direzione Nazionale per discutere e valutare lo stato delle iniziative del movimento.

Il Presidente di Altragricoltura rappresenta l’unità e l’autonomia del movimento e dei suoi iscritti, ha funzioni generali di rappresentanza giuridica dell’Associazione presso terzi, enti, istituzioni, ecc. e rappresenta l’Associazione in giudizio.

Il Presidente promuove in tutte le sedi le condizioni politiche di autonomia del movimento contadino e delle sue istanze ed è figura di garanzia interna di corretto funzionamento degli organismi e di agibilità per tutti gli iscritti. Agisce direttamente per verificare la rispondenza fra le azioni svolte dagli organismi (che rimangono di competenza delle diverse istanze operative) e i deliberati assunti dalle istanze democratiche in modo da garantire tutti gli iscritti.

Ha il compito di presiedere il Consiglio direttivo e l’Assemblea Congressuale, assicurandosi, direttamente che agli iscritti venga data tempestiva, costante ed esauriente informazione delle attività e dei problemi riscontrati. Il Presidente di Altragricoltura è scelto per la sua chiara appartenenza e impegno diretto come produttore o lavoratore della terra.

In caso di impedimento o di assenza gli stessi poteri sono esercitati, nell’ordine, dai componenti il Coordinamento, dal Tesoriere e dal più anziano dei componenti la Direzione nazionale.

L’Esecutivo Nazionale ha il compito di assicurare l’esecutività delle decisioni del Direttivo Nazionale, rimane in carica per tre anni ed opera secondo il principio di collegialità vi fanno parte di diritto il presidente, il coordinatore e il tesoriere. L’Organismo viene composto tenendo conto dei principi già sanciti nel presente Statuto, assicurando nel contempo che i componenti siano anche responsabili e coordinatori di specifici dipartimenti o settori di lavoro.

L’Esecutivo è convocato dal Coordinatore ogni qualvolta lo ritenga necessario ed almeno una volta ogni 30 giorni o su richiesta di un terzo dei componenti.

L’Esecutivo:

  • attua i programmi e le attività deliberati dalla Direzione

su proposta del Coordinatore:

  • determina l’articolazione organizzativa e le Aree di lavoro di Altragricoltura e ne nomina i responsabili, deliberandone responsabilità, obiettivi e funzioni;

  • verifica l’attuazione dei deliberati degli organi da parte delle strutture e dei soggetti preposti alla loro attuazione;

  • assume, per motivi d’urgenza, delibere spettanti alla Direzione, sottoponendole successivamente a ratifica;

  • delibera in merito all’acquisto, permuta, vendita di beni immobili, partecipazioni e interessi nell’ambito delle linee di politica finanziaria decise dalla Direzione;

  • delibera lo stato giuridico ed economico del personale dipendente di Altragricoltura, nonché le assunzioni e i licenziamenti;

  • nomina i rappresentanti di Altragricoltura presso Enti, Amministrazioni, Istituti, Commissioni ed organismi in genere;

  • delibera in generale su ogni atto di ordinaria amministrazione, non espressamente attribuito ad altro organo della Confederazione

su proposta del Tesoriere:

  • predispone la proposta di bilancio preventivo e consuntivo da sottoporre alla Direzione Nazionale

  • verifica periodicamente le campagne e le iniziative di finanziamento

su proposta del Presidente:

  • verifica periodicamente lo stato della partecipazione interna al movimento, il corretto funzionamento degli organismi e la rispondenza fra i dettati statutari e le azioni e le attività anche al fine di aggiornare gli strumenti organizzativi e di partecipazione democratica;

  • valuta lo stato delle relazioni fra Altragricoltura e il sistema delle alleanze

Il Coordinatore opera con compiti di coordinamento generale delle attività di Altragricoltura e, per svolgere i suoi compiti, si avvale di una segreteria tecnica.

Il Tesoriere è il responsabile amministrativo e contabile dell’organizzazione. Gestisce, a firma concorrente con il Presidente, i conti correnti dell’Associazione che, su esplicita delibera dell’Esecutivo, può aprire presso qualsiasi istituto di credito o bancario. Preferibilmente Altragricoltura si serve, per la gestione del rapporto bancario, di Istituti eticamente attenti ai valori sociali, morali ed ideali del movimento contadino con particolare riferimento alla Banca Popolare Etica e, comunque, con quegli Istituti che si impegnino esplicitamente ed operativamente a sostenere le ragioni della Pace e della democrazia economica. Il Tesoriere si serve, per la sua attività, di un Ufficio Economico con compiti di coadiuvare la pianificazione della ricerca e della gestione delle risorse.

Il Collegio dei Revisori dei Conti è composto da 3 membri effettivi e da 2 membri supplenti, viene eletto dall’Assemblea Congressuale. Il Collegio rimane in carica per la durata di 3 anni ed elegge, al suo interno, nella prima seduta il Presidente che, preferibilmente, deve essere iscritto all’albo dei Revisori Contabili.

Il Collegio dei Revisori dei Conti ha il compito di controllare la regolarità contabile ed amministrativa nella gestione economica e finanziaria di Altragricoltura.

Il Collegio Nazionale dei Garanti è composto da cinque membri effettivi e quattro supplenti anche esterni ad Altragricoltura, con caratteristiche di indipendenza e terzietà, nonché con prova di grande indipendenza di giudizio,preferibilmente con referenze professionali in Diritto e che comunque non possono avere alcun incarico elettivo ne di lavoro in altro organo di Altragricoltura.

Il Collegio dei Garanti viene eletto dall’Assemblea Congressuale di Altragricoltura e rimane in carica per tre anni. Il Collegio dei Garanti, nella prima seduta, elegge, al suo interno, il Presidente ed uno o più Vicepresidenti.

Il Collegio dei Garanti è organo di garanzia, autonomo ed indipendente, con funzioni di collegio arbitrale rituale.

Esso dichiara altresì, quale collegio arbitrale, su domanda dell’Esecutivo ovvero della Direzione, la decadenza dalle cariche confederali per violazioni gravi al presente Statuto, al regolamento, al codice etico di Altragricoltura, disponendo anche, in via cautelare, la preventiva sospensione.

Per le medesime violazioni può decidere la risoluzione del rapporto associativo con ogni singolo associato ad Altragricoltura.

Il Collegio dei Garanti giudica secondo equità e nel rispetto dei principi statutari, sentite le parti ed esperita l’istruttoria, con decisione da depositarsi entro 90 giorni dalla convocazione del collegio, salvo proroga non superiore a 180 giorni.

Il regolamento del Collegio, approvato dall’Organo di Altragricoltura preposto, stabilisce modi, forme, incompatibilità e costi di accesso al procedimento innanzi al collegio, assicurando il rispetto del principio del contraddittorio. Il regolamento sarà portato a conoscenza di tutti i soggetti del sistema Altragricoltura.

 

CAPO IV-IL SISTEMA ALTRAGRICOLTURA

Art.7 IL SISTEMA ORGANIZZATIVO

Altragricoltura è il sistema unitario di rappresentanza dei contadini, agricoltori e allevatori, delle aziende agricole in qualunque forma costituite, dei concedenti di fondi rustici e di tutti coloro che operano nell’ambito e per lo sviluppo dell’agricoltura italiana.

Per i concedenti i fondi rustici promuove apposita Associazione nazionale.

Il Sistema è formato essenzialmente su base nazionale,regionale e provinciale, con denominazione rispettiva di Altragricoltura. Tutte le rispettive Strutture hanno apposito Statuto coerente con i principi del presente ed hanno autonomia giuridica, patrimoniale,funzionale. I rapporti sono regolati dallo Statuto.

Altragricoltura si articola e costituisce inoltre sindacati di settore produttivo, associazioni di scopo e di persone coerenti con i principi dello Statuto.

I sindacati di settore, di persone e di scopo hanno a loro volta articolazioni territoriali, regionali, provinciali o sub provinciali se necessari, nell’ambito delle Organizzazioni provinciali e regionali di Altragricoltura.

Altragricoltura può concedere la denominazione e il logo a specifiche realtà associative provinciali che in quanto tali e per loro specificità aderiscono all’Organizzazione Nazionale o rappresentano una organica articolazione territoriale di Altragricoltura

Il sistema confederale, così costituito e configurato, fa propri ed attua i principi del federalismo cooperativo e solidale territoriale ed i valori e gli scopi comuni e condivisi, stabiliti dal presente statuto

In ogni regione,provincia o sub provincia non vi può essere più di una Organizzazione con la denominazione di Altragricoltura, eccetto casi particolari unitariamente condivisi e autorizzati dalla Direzione Nazionale.

L’adesione ad Altragricoltura avviene mediante tesseramento a partire dalla sede territoriale più prossima, o sindacato di settore, o associazione di persone, unificato e organizzato a livello provinciale.

Il sistema Altragricoltura Pertanto è costituito da:

  • Altragricoltura,Nazionale,Regionale,Provinciale o altre forme Associative che espressamente aderiscono, di carattere zonale o territoriale, in territori omogenei come individuati storicamente;

  • Sindacati o Associazioni omogenee sub territoriali o nazionali per settore produttivo;

  • Associazioni omogenee sub territoriali o nazionali di persone per scopi più generali aventi per oggetto l’agricoltura,l’ambiente, il territorio, come le donne,i giovani, gli anziani ecc.

  • Istituti, Società, Organi tecnici e di ricerca, Associazioni di scopo direttamente promossi, anche in convenzione e protocollo d’intesa con altre Organizzazioni con affinità di principi

Esse nell’operare nei rispettivi ambiti, con propri statuti e con la predetta autonomia giuridica, amministrativa, patrimoniale e finanziaria compartecipano all’attività economica più generale di Altragricoltura,sia tramite tessere individuali di appartenenza, adesione collettiva e utilizzo unificato dei servizi preposti, rinviando a un successivo e specifico regolamento la completa e più chiara disciplina di tale compartecipazione.

Altragricoltura persegue l’obiettivo della distinzione tra le funzioni di rappresentanza e governo confederale, attribuite agli organi elettivi che la esercitano nella loro collegialità e la responsabilità della gestione delle politiche e dell’efficienza delle strutture che è attribuita a dirigenti indicati e nominati dagli organi stessi, specificamente mediante la costituzione di Coordinatore e segreteria o un Segretario e un segretariato.

Il sistema confederale, così costituito e configurato, fa propri ed attua i principi del federalismo cooperativo e solidale territoriale ed i valori e gli scopi comuni e condivisi, stabiliti dal presente statuto.

I FORI CONTADINI

Nelle realtà territoriali omogenee ove si costituiscono sedi zonali o circoli comunali, articolazione delle strutture provinciali di Altragricoltura, esse unificano il sistema organizzativo tramite la denominazione FORO CONTADINO.

I Fori Contadini territoriali o equivalenti pertanto identificano in maniera specifica le unità territoriali di Altragricoltura.

La dizione di Foro Contadino,seguita dall’individuazione del territorio, si configura come patrimonio nazionale esclusivo di Altragricoltura

I Fori Contadini non possono essere più di uno nel medesimo territorio considerato; comprendono,dove i numeri associativi lo consentono,anche le articolazioni, sul medesimo territorio, dei Sindacati o Associazioni verticali di prodotto o di persone. Sono formate dagli associati che hanno la loro azienda, o sede o domicilio o residenza nel relativo territorio. Esse comprendono tutte le strutture organizzative sub territoriali in cui si articolano.

Nei Fori Contadini di Altragricoltura si realizza la partecipazione attiva e diretta degli associati alla vita confederale, anche mediante le strutture comunali e/o decentrate.

I Fori Contadini Altragricoltura o equivalenti hanno propri statuti, con autonomia giuridica, amministrativa e finanziaria, ed esclusiva responsabilità patrimoniale per le obbligazioni assunte.

LE PROVINCE

Presso ogni Provincia si costituisce un sistema Altragricoltura, regolato dal presente Statuto e gli Statuti provinciali corrispondenti.

Le strutture provinciali di Altragricoltura:

  • rappresentano e tutelano gli interessi degli associati al livello del territorio e concorrono alla determinazione delle azioni di tutela a tutti i livelli necessari;

  • partecipano alla programmazione territoriale nelle rispettive aree di riferimento e concorrono alla programmazione territoriale a livello generale;

  • individuano ed organizzano a livello territoriale i servizi di consulenza ed assistenza per rispondere alle esigenze degli agricoltori e delle imprese agricole, tenendo conto delle economie di scala, da realizzare in sinergia con il sistema Altragricoltura e del monitoraggio dei risultati ottenuti;

  • realizzano tutte le iniziative occorrenti alla qualificazione dell’agricoltura e del mondo rurale, anche mediante la costituzione o la partecipazione ad enti e società;

  • definiscono le politiche finanziarie locali necessarie al raggiungimento dei propri obiettivi;

  • stabiliscono il trattamento normativo ed economico del proprio personale dipendente e ne dispongono l’impiego nelle diverse proprie articolazioni territoriali; provvedono alle eventuali modifiche di organico e instaurano, ove necessario, rapporti di lavoro professionale o di collaborazione;

  • organizzano l’articolazione territoriale dell’intero sistema Altragricoltura e sulla base delle regole concordate.

LE REGIONI

Presso ogni Regione Italiana si costituisce una struttura corrispondete di Altragricoltura, con proprio Statuto e Organi in coerenza del presente Statuto.

I regionali di Altragricoltura,formati su base congressuale, hanno il compito essenziale di unificare su base regionale tutta l’attività della Confederazione e soprattutto nel rapporto formale con l’Istituzione Regione, la politica agraria e territoriale regionale, l’iniziativa di Legge.

Al pari delle province e concordando con i rispettivi Organi provinciali esercitano sul territorio regionale funzioni e ruoli come descritti per le province.

E’ competenza dei regionali la nomina dei rappresentanti in Organismi ove viene chiesta la presenza regionale di Altragricoltura.

 

LA SEDE NAZIONALE

Altragricoltura nazionale costituisce l’ambito generale del sistema, esprime la sintesi del sistema confederale ed agisce con la denominazione di cui all’articolo 1 del presente Statuto.

La sede nazionale di Altragricoltura promuove e coordina a livello dell’intero territorio italiano l’organizzazione e l’attività delle Associazioni zonali, sindacali di settore o di persone .

Altragricoltura è dotata del presente statuto, comprendente principi, prescrizioni e valori cogenti per l’intero sistema confederale, ed opera con propria autonomia giuridica, amministrativa, finanziaria ed esclusiva responsabilità patrimoniale per le obbligazioni assunte.

Altragricoltura

  • rappresenta ed organizza il sistema Altragricoltura in sede nazionale;

  • svolge il ruolo di indirizzo e coordinamento delle politiche confederali;

  • è titolare dei rapporti e stipula accordi con le altre organizzazioni agricole, economiche, sociali e sindacali, nonché con le forze politiche e le Istituzioni;

  • opera per la valorizzazione e l’integrazione dell’intero sistema, promuovendo sistemi operativi a rete e diffondendo le conoscenze nell’intero sistema Altragricoltura;

  • cura e coordina la formazione degli operatori e dei dirigenti del sistema confederale;

  • promuove studi e ricerche;

  • svolge, nel rispetto del principio di sussidiarietà, azioni di supporto per l’assistenza e la consulenza ,alle corrispondenti Organizzazioni Regionali e Provinciali,ai Fori Contadini territoriali o equivalenti, alle Associazioni di persone e ai Sindacati di settore di interesse economico, configurando servizi innovativi ed avanzati, nell’intento di realizzare efficaci economie di scala;

  • promuove e costituisce società, Enti ed Istituti, anche in partecipazione con la pubblica amministrazione ed enti pubblici, per la realizzazione degli scopi statutari.

I SINDACATI DI SETTORE E LE ASSOCIAZIONI DI PERSONE

Altragricoltura promuove e favorisce, la costituzione di Sindacati omogenei per settore di interesse economico e produttivo, costituiti da associati ed aperti anche a non associati, per la valorizzazione dei loro interessi economici ed organizzativi specifici .

Promuove inoltre specifiche Associazioni di persone, a partire dal territorio zonale, per interesse più generale quali possono essere per le donne, i giovani, tematiche di valori per la difesa dell’agricoltura,l’ambiente,il territorio,l’acqua ecc.

Modalità di costituzione, funzionamento e partecipazione al sistema confederale verranno definite da uno più specifico regolamento apportando anche le necessarie modifiche o adeguamenti al presente Statuto.

Art. 8 PRESCRIZIONI

Le sedi territoriali di Altragricoltura o equivalenti devono prevedere nei rispettivi statuti:

– scopi, funzioni e valori di riferimento conformi a quelli del presente Statuto, con espresso recepimento del codice etico, del regolamento di Altragricoltura e della disciplina delle incompatibilità previste dal presente Statuto;

– che gli organi di direzione siano formati esclusivamente da iscritti ad Altragricoltura e siano rinnovati ogni tre anni;

– modalità di effettiva partecipazione degli iscritti alla vita associativa di tutte le componenti di Altragricoltura, anche mediante la determinazione di deleghe successive;

– l’obbligo di garantire la contribuzione al sistema Altragricoltura con il versamento di quote associative secondo modalità e quantità stabilite dalla Direzione;

– organi di controllo, garanzia ed arbitrali coerenti con il presente Statuto;

– la presenza di una sola istanza territoriale per ogni livello territoriale di riferimento;

– la messa a disposizione del sistema Altragricoltura, con spirito di reciprocità, dei dati associativi e quant’altro necessario al conseguimento degli scopi sociali;

– l’accettazione espressa della disciplina sanzionatoria prevista nel presente statuto, secondo le modalità specificate nel regolamento;

 

Art. 9 – AUTONOMIA GIURIDICA E FINANZIARIA – BILANCI

Patrimonio e autonomia giuridica e finanziaria

Il patrimonio di Altragricoltura è costituito dal complesso di tutti i beni mobili ed immobili, partecipazioni e diritti acquistati e comunque pervenuti in proprietà, dalle eventuali riserve accantonate, da liberalità di terzi.

Le entrate di Altragricoltura sono costituite dalle quote di contribuzione, dai proventi e contributi erogati da enti pubblici o privati, dagli utili delle società partecipate, da contributi straordinari degli associati e da sottoscrizioni volontarie.

In caso di scioglimento di Altragricoltura, il Patrimonio verrà devoluto integralmente ad associazioni e/o enti non economici con finalità analoghe.

Autonomia giuridica e finanziaria

Gli ambiti associativi costituenti il sistema Altragricoltura hanno propri patrimoni e rispondono autonomamente delle proprie obbligazioni assunte, avendo piena autonomia giuridica, amministrativa e finanziaria.

 

Art. 10 LOGO

Il logo di Altragricoltura è composto da un arco a più colori rappresentante l’arcobaleno sormontato dalla scritta ALTRAGRICOLTURA, comprendente la scritta confederazione e posto su un rettangolo verde con la scritta interna bianca “per la sovranità alimentare”. Il logo senza la scritta di confederazione è, parimenti, considerato logo di Altragricoltura. Il logo di Altragricoltura viene depositato nei siti web di Altragricoltura in cui viene inserita una pagina speciale denominata “logo”. Eventuali aggiornamenti e integrazioni del logo saranno pubblicati nelle pagine dei siti web.

 

CAPO V ARTICOLI TRANSITORI

Art. 11 SCIOGLIMENTO

Lo scioglimento, la cessazione ovvero l’estinzione dell’Associazione , sia nel livello nazionale che nei vari livelli territoriali, sorretti da autonomo statuto,è deciso dall’Assemblea Straordinaria dei soci, riunita a questo scopo, che determina le modalità della liquidazione secondo quanto stabilito dalle leggi e dal Codice Civile; il patrimonio dell’Associazione è devoluto ad organizzazioni dello stesso settore regolarmente iscritte negli appositi registri dalle leggi nazionali e regionali.

Per quanto non previsto dal presente Statuto si rimanda alle norme di legge in materia

 

Art. 13 NORME TRANSITORIE FINALI

Il Congresso, o Assemblea Congressuale, viene convocato ogni tre anni.

In fase di prima Costituzione è rappresentata, quale Assemblea Costituente, dalle delegazioni regionali, o interregionali (dove necessario), che si sono insediate e accreditate il 12 e 13 Gennaio 2008.

Essa è obbligata, entro un anno, dopo aver definito il quadro delle Associazioni territoriali,di persone e sindacati di settore produttivo, nonché specifico regolamento di formazione delle rappresentanze, a indire il Congresso valido per i successivi tre anni.

In Fase di prima Costituzione, Direzione ed Esecutivo vengono eletti direttamente dall’Assemblea Costituente formata dalle delegazioni regionali o interregionali

Sulla base dei presenti principi fondamentali l’Assemblea Costituente delega l’Esecutivo alla più completa stesura dello Statuto e a depositarlo presso l’Ufficio del Registro,dandone successiva comunicazione alla Prefettura di appartenenza della sede legale.

 

 

 

La Sovranità Alimentare, le nostre ragioni

 Le parole Sovranità Alimentare vengono spesso usate come uno slogan dai contenuti indefiniti, generici ed, a volte, impropri come, per esempio, l’idea dell’autarchia e dell’autosufficienza o quella che rimanda a generiche solidarietà con il Sud del mondo .

Correttamente, possiamo definire con la Sovranità Alimentare “il diritto di tutti i popoli (nelle forme politiche concrete che si danno) di decidere il proprio modello di produzione, distribuzione e consumo degli alimenti”. Un diritto che non solo non nega gli scambi e le relazioni ma li definisce in un quadro di equità, giustizia e solidarietà.

La Sovranità Alimentare si fonda sui principi della democrazia essendo il diritto dei cittadini di poter scegliere chi e come deve produrre il proprio cibo, per chi ed a quali condizioni deve farlo e come può essere tutelato il consumo. Un diritto che declina le condizioni in cui è possibile un ruolo positivo e socialmente condiviso dell’agricoltura nelle diverse realtà in cui si esprime ed, evidentemente, qui ed ora nella nostra Italia.

Diritti, democrazia e la sovranità che punta a garantire l’accesso al cibo, la funzione sociale e condivisa e lo stesso diritto a produrre richiamano un modello di società altro da quello imposto dalla globalizzazione agroalimentare che espropria i cittadini ed i popoli del diritto a decidere e scegliere, imponendo il massimo sfruttamento delle risorse, un cibo svuotato di contenuti sociali e semplice merce.

La proposta della Sovranità Alimentare è stata avanzata ed è sostenuta dai movimenti e dalle organizzazioni agricole e di contadini che si ritrovano e si organizzano nel movimento internazionale di Via Campesina ed è oggi riconosciuta come la proposta più avanzata per uscire dalla crisi imposta dal modello agroalimentare dominante e dai poteri che lo determinano alle aree rurali e nelle città.

Quello che segue è il documento internazionale elaborato e sottoscritto da innumerevoli organizzazioni in tutto il mondo e condiviso da Altragricoltura (che, peraltro, prevede fin dal 2001 l’adesione alla proposta della Sovranità Alimentare già nello statuto).

Questo documento (che nel tempo ha conosciuto evoluzioni e integrazioni dentro un largo e condiviso dibattito) è stato assunto fin dall’inizio del cammino di Altragricoltura a base del confronto, della elaborazione e del lavoro per definire ed articolare posizioni puntuali sulla nostra situazione e su come uscire dalla crisi nelle aree rurali e nelle città italiane.

Info, documenti, approfondimenti e strumenti di discussione, nella sezione dedicata del Portale di Altragricoltura Alleanza per la Sovranità Alimentare (https://altragricoltura.net/index.php/cosa-e-la-sovranita-alimentare)


   Sovranità Alimentare dei Popoli: facciamola funzionare !

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Priorità per la produzione nazionale
al posto delle esportazioni e del commercio internazionale: 
fuori l’OMC da alimentazione e agricoltura!

L’agricoltura e l’alimentazione sono fondamentali per tutti i popoli, sia in termini di produzione e disponibilità di quantità sufficienti di alimenti nutrienti e sicuri, sia in quanto pilastri di comunità, culture e ambienti rurali e urbani salubri.
Tutti questi diritti vengono erosi dalle politiche economiche neoliberiste che con crescente enfasi spingono le grandi potenze economiche come gli Stati Uniti e l’Unione Europea, attraverso istituzioni multilaterali come l’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), il Fondo Monetario Internazionale (IMF) e la Banca Mondiale.

Invece di garantire l’alimentazione per tutta la gente del mondo, questi organismi presiedono un sistema che moltiplica la fame e diverse forme di denutrizione, con l’esclusione di milioni di persone dall’accesso a beni e risorse produttive come la terra, l’acqua, le sementi, le tecnologie e le conoscenze. Occorrono cambiamenti urgenti e fondamentali a questo regime mondiale.

La sovranità alimentare è un diritto fondamentale dei popoli.

Per garantire l’indipendenza e la sovranità alimentare di tutti i popoli del mondo, è essenziale che gli alimenti siano prodotti mediante sistemi di produzione diversificati, su base contadina. La sovranità alimentare è il diritto di ogni popolo a definire le sue politiche agrarie in materia di alimentazione, proteggere e regolare la produzione agraria nazionale e il mercato locale al fine di ottenere risultati di sviluppo sostenibile, e decidere in che misura vogliono essere autosufficienti senza rovesciare le loro eccedenze in paesi terzi con la pratica del dumping. La sovranità alimentare non nega il commercio (internazionale), piuttosto difende l’opzione di formulare quelle politiche e pratiche commerciali che servano ai diritti della popolazione per una produzione (alimentare) nutriente, sana ed ecologicamente sostenibile.

Per conseguire e preservare la sovranità alimentare dei popoli e garantire la sicurezza alimentare, i governi dovranno adottare politiche che diano impulso a una produzione sostenibile , basata sulla produzione familiare contadina, al posto di un modello industriale, dagli alti consumi e orientato all’esportazione.

Tutto ciò implica adottare le seguenti misure:

Politiche di mercato

  • Garantire prezzi remunerativi per tutti gli agricoltori;

  • Proteggere i mercati nazionali dai prodotti importati a basso prezzo;

  • Regolare la produzione nel mercato interno al fine di evitare l’accumulo di eccedenze;

  • Abolire ogni appoggio diretto e indiretto alle esportazioni;

  • Eliminare progressivamente quei sussidi alla produzione nazionale che promuovano sistemi agricoli insostenibili e modelli equi di possesso della terra e in cambio, dare appoggio a pratiche agricole sostenibili e a programmi di riforme agrarie.

Ambiente, qualità e sicurezza degli alimenti

  • Controllare adeguatamente la proliferazione di epidemie e malattie, garantendo nello stesso tempo la sicurezza e la non nocività degli alimenti;

  • Fissare criteri di qualità degli alimenti adeguati alle preferenze e necessità della gente;

  • Stabilire meccanismi nazionali di controllo di qualità degli alimenti, in modo che seguano giuste regole ambientali, sociali, sanitarie di alta qualità.

Accesso a risorse produttive

  • Riconoscere e far valere i diritti giuridici e le consuetudini delle comunità per quanto concerne le decisioni riguardo l’uso delle risorse locali e tradizionali, anche quando non abbiano ancora goduto di quei privilegi giuridici precedentemente;

  • Garantire l’accesso equo alla terra, alle sementi, all’acqua, al credito e altre risorse produttive;

  • Proibire ogni forma di sperimentazione su esseri viventi e la appropriazione di conoscenze associate all’agricoltura (la salute) e all’alimentazione mediante l’utilizzo della proprietà intellettuale;
    · Proteggere i diritti degli agricoltori, dei popoli indigeni e le comunità locali circa le risorse fitogenetiche e la conoscenza associata, incluso il diritto degli agricoltori a scambiarsi e riprodurre sementi.

Produzione – Consumo

  • Sviluppare economie alimentari locali basandosi nella produzione locale e stabilendo punti di vendita locali

Organismi Geneticamente Modificati

  • Proibire la produzione e commercializzazione di sementi, alimenti e prodotti geneticamente modificati, così come qualunque prodotto affine.

Trasparenza dell’ informazione e leggi anti monopolio

  • Garantire l’etichettatura chiara e precisa degli alimenti per il consumo umano e animale, basata nel diritto dei consumatori e agricoltori di conoscere l’origine e i contenuti di quei prodotti;

  • Fissare norme obbligatorie per tutte le imprese, che garantiscano la trasparenza, responsabilità pubblica e rispetto dei diritti umani e le norme ambientali nelle sue operazioni;

  • Dettare leggi antimonopolstiche per evitare la formazione di monopoli industriali nei settori agricolo e alimentare.

La sovranità alimentare al di sopra delle regole del commercio.

Non si deve concedere priorità al commercio internazionale al di sopra degli fini sociali, ambientali, di sviluppo o culturali. Bisogna dare priorità alla produzione di sussistenza e culturalmente appropriata di alimenti sani, nutritivi, di buona qualità e a prezzi ragionevoli, per il mercato interno e i mercati subregionali e regionali. La liberalizzazione del commercio, che lascia nelle mani delle forze del mercato (le poderose imprese transnazionali) le decisioni riguardo a ciò e a come si producono e si commercializzano gli alimenti, non può dare compimento a queste importanti mete sociali.

NO ! alle politiche agricole e alimentari neoliberiste.

Noi sottoscritti firmatari denunciamo la liberalizzazione degli scambi di prodotti agricoli promossa attraverso accordi di libero commercio bilaterale regionali e nell’OMC, specialmente la pratica del dumping di prodotti agricoli dei grandi esportatori sui paesi del terzo mondo. Le politiche neoliberiste obbligano i paesi a specializzarsi in prodotti agricoli in cui godono di supposti “vantaggi comparativi”, e a commercializzarli in base allo stesso principio. Tuttavia si fomenta la produzione per l’esportazione a spese della produzione di alimenti per il mercato interno, e le risorse e mezzi di produzione si trovano ogni volta di più sotto il controllo di interessi privati d’impresa.
I governi ricchi continuano a sovvenzionare fortemente l’agricoltura d’esportazione nei loro paesi, destinando la maggior parte di quelle risorse ai più grossi produttori. La maggior parte dei soldi dei contribuenti sono consegnati a grandi imprese, grandi produttori, grandi commercianti e catene minori – che sviluppano pratiche agricole e commerciali insostenibili – invece che ai piccoli produttori che producono principalmente per il mercato interno, spesso con pratiche più sostenibili.
Queste politiche di impulso alle esportazioni hanno dato origine a prezzi di mercato per i prodotti che sono molto più bassi dei costi reali di produzione. Questo aumenta e sviluppa la pratica del dumping e permette che le imprese multinazionali comprino prodotti agricoli a prezzi molto bassi, per venderli poi a prezzi molto più alti a consumatori tanto del Sud come del Nord. Le forti sovvenzioni agricole dei paesi ricchi sono in reltà sovvenzioni all’industria agroalimentare, ai grandi commercianti, e a una minoranza di grandi produttori.
Gli effetti negativi di queste politiche e pratiche si rivelano sempre di più con maggiore chiarezza. Esse conducono alla sparizione dell’agricoltura familiare su piccola scala, tanto nel nord come nel sud; è aumentata la povertà, specialmente nelle zone rurali; i terreni e l’acqua sono inquinati e degradati; ci sono state perdite irreparabili di diversità biologica e distruzione di habitat.

Dumping.

Tale come lo si intende correntemente, c’è dumping quando si vendono prodotti in un mercato a prezzi minori del costo di produzione di quei prodotti in quel mercato.
Questa pratica ha preso diverse forme sotto le attuali politiche neoliberiste e si esprime tanto nel commercio Nord-Sud come negli interscambi Sud-Nord e Sud-Sud. 
Indipendentemente dalla forma adottata è una pratica che porta alla rovina dei piccoli produttori locali tanto nei paesi di origine come in quelli dove si vendono quei prodotti.

Per esempio:

  • Esportazione in India di prodotti caseari sovvenzionati dall’Unione Europea;

  • Esportazione di maiali industriali (prodotti norcini) dagli Stati Uniti ai paesi del Caraibi;

  • Esportazione di maiali nella Costa de Marfil provenienti dall’Unione Europea a prezzi – sovvenzionati – tre volte minori del costo di produzione nella Costa de Marfil;

  • Esportazione di fili di seta dalla Cina all’India a prezzi molto più bassi che il costo di produzione in India;

  • L’importazione a basso prezzo di mais proveniente dagli USA in Messico – paese di origine del mais – sta’ provocando la rovina dei produttori messicani del cereale. D’altra parte, le verdure a basso prezzo messicane stanno rovinando i produttori orticoli canadesi, tutto ciò nella cornice del TLCAN (NAFTA).

E’ imperativo impedire la pratica del dumping. I paesi importatori devono godere del pieno diritto di proteggersi contro il dumping e ai paesi esportatori non si deve permettere di vuotare le loro eccedenze nel mercato internazionale a prezzi bassi. Gli esportatori dovrebbero rispondere alla domanda reale di prodotti e beni agricoli che non vadano a minare la produzione locale.

Non esiste un “mercato mondiale” di prodotti agricoli.

Il cosiddetto “mercato mondiale” di prodotti agricoli in realtà non esiste. Ciò che esiste, prima di tutto, è il commercio internazionale di eccedenze di cereali e prodotti di latte e carni immessi sul mercato internazionale principalmente dall’Unione Europea, Stati Uniti e altri membri del cosiddetto gruppo CAIRNS o paesi agroesportatori. A parte ciò, il commercio internazionale di prodotti agricoli coinvolge solamente un 10% dell’insieme totale della produzione agricola mondiale, e costituisce fondamentalmente uno scambio fra multinazionali degli USA, UE e alcuni altri paesi industrializzati. I cosiddetti prezzi del mercato mondiale sono molto instabili e non hanno nessuna relazione con i costi di produzione. Questi prezzi sono molto bassi dovuti al dumping per cui mai potranno essere un riferimento adeguato o conveniente per la produzione agricola.

L’OMC è sorda ai reclami per la riforma del sistema.

L’OMC è antidemocratica, non rende conto a nessuno, ha aumentato le disuguaglianze mondiali e la insicurezza, fomenta modelli di produzione e consumo insostenibili, erode la diversità e mina altre priorità sociali e ambientali.
Ha dimostrato di essere impermeabile alle critiche rispetto al suo funzionamento e ha respinto i reclami di riforma del sistema. L’OMC è un’istituzione completamente inadeguata per affrontare i temi dell’agricoltura e dell’alimentazione.
Noi sottoscritti firmatari non crediamo sia possibile che l’OMC accetti una riforma profonda che la renda sensibile ai diritti e necessità della gente comune. Di conseguenza, noi sottoscritti firmatari pretendiamo che tutto ciò che si riferisce all’alimentazione e all’agricoltura sia escluso dall’ambito di giurisdizione dell’OMC mediante lo smantellamento dell’Accordo sull’Agricoltura (AoA, per la sua sigla in inglese ) e altre clausole affini e accordi dell’OMC, tra cui quelli che includono l’accordo sugli Aspetti della Proprietà Intellettuale in relazione al Commercio (conosciuto come TRIPS, in inglese), l’ accordo sulle Misure Sanitarie e Fitosanitarie (SPS, in inglese), l’ accordo riguardante Barriere Tecniche al Commercio (TBT, in inglese ), l’ accordo sulle Restrizioni Quantitative , e l’accordo Generale sul commercio dei servizi (GATS, in inglese).

Esiste una carta per le norme di commercio nelle politiche agricole e alimentari?

Il commercio (internazionale) può sviluppare un ruolo positivo, per esempio in tempi di insicurezza (disponibilità) alimentare regionale, o nel caso di prodotti che si possono solo coltivare in determinati luoghi del pianeta, o per lo scambio di prodotti di qualità. Queste norme di commercio dovranno rispettare il principio di precauzione in tutte le politiche a tutti i livelli, come pure riconoscere i processi democratici e di partecipazione nell’assumere decisioni, oltre alla supremazia della sovranità alimentare dei popoli nei confronti degli interessi del commercio internazionale.

Una cornice istituzionale alternativa.
E’ evidente la necessità, come complemento al ruolo dei governi locali e nazionali, di un nuovo accordo istituzionale alternativo di regolamentazione multilaterale del commercio agricolo e alimentare. Questa nuovo quadro dovrà rispettare i seguenti principi:

  • La sovranità alimentare dei popoli;

  • Il principio di precauzione;

  • Meccanismi internazionali di partecipazione genuinamente democratici;

  • Priorità per la produzione alimentare nazionale, aspetti sociali e ambientali;

  • Severa proibizione di ogni forma di dumping, al fine di proteggere la produzione alimentare nazionale, mediante l’applicazione di meccanismi che evitino il formarsi di eccedenze da parte dei paesi esportatori e l’esercizio del diritto dei paesi importatori di proteggere i loro mercati interni contro i prodotti importati a basso prezzo;

  • Proibizione della biopirateria e esperimenti su esseri viventi (animali, piante, parti dell’organismo umano) incluso lo sviluppo di varietà sterili mediante processi di ingegneria genetica;

  • Rispetto dei diritti umani e altri accordi multilaterali affini sotto una giurisdizione internazionale indipendente.

Noi sottoscritti firmatari chiediamo che i governi approvino le seguenti misure immediatamente :

  • Cessare i negoziati tendenti al lancio di nuove liberalizzazioni commerciali e frenare le discussioni tendenti a incorporare “nuovi temi” o settori nell’ambito di giurisdizione dell’OMC, tali come inversioni, norme di competenza, approvvigionamenti pubblici e contrattazioni pubbliche, biotecnologia e servizi;

  • Eliminare l’obbligo di accettare una quota minima di importazione del 5% del consumo interno; tutte le clausole obbligatorie di accesso ai mercati devono essere eliminate immediatamente;

  • Realizzare una revisione esaustiva sia dell’incremento come degli impatti sociali e ambientali delle norme e accordi di commercio vigenti (le regole dell’OMC) rispetto all’alimentazione e all’agricoltura;

  • Prendere misure immediate per sottrarre l’alimentazione e l’agricoltura dal controllo dell’OMC, fra l’altro la cancellazione degli accordi AoA, TRIPS, GATS, SPS, TBT, (quanti altri ? );

  • Iniziare discussioni in una cornice istituzionale alternativa per regolare il commercio di prodotti agrari e alimentari. 
    Questo quadro potrebbe contemplare:

    • UNCTAD come punto di riferimento per negoziare e definire norme di commercio giusto (come anziddetto );

    • Un meccanismo per risolvere i conflitti integrato in una Corte Internazionale di Giustizia, in modo particolare per impedire la pratica del dumping;

    • Una Commissione Mondiale di Sovranità Alimentare creata per valutare le politiche economiche e di commercio vigenti, così come la carta dei governi nazionali e organismi internazionali, e per formulare proposte di modifica;

    • Una valutazione dell’impatto delle politiche degli organismi multilaterali come la FAO, l’Istituto per l’Alimentazione e lo Sviluppo dell’ Agricoltura ( IFAD ), l’OMC la Banca Mondiale e l’FMI così come gli accordi di libero commercio bilaterali e regionali sulla sovranità e sicurezza alimentari;
      § Un trattato internazionale che consacri il concetto della sovranità alimentare e il diritto dei popoli, degli agricoltori e dei consumatori all’alimentazione e alla produzione del cibo.

    • Un’alleanza ampia con un’ agenda per il cambiamento!
      Gli effetti delle politiche neoliberiste saltano agli occhi e la società civile in tutto il mondo ne è ogni volta più coscente e le rifiuta. La pressione per i cambiamenti cresce giorno per giorno. Nelle tappe che precedono la Conferenza Ministeriale dell’OMC in Qatar, noi sottoscritti continueremo a smascherare e denunciare gli effetti deleterio delle politiche neoliberiste sull’agricoltura e l’alimentazione e continueremo proponendo alternative al sistema mondiale di commercio vigente.

Questa dichiarazione costituisce un chiaro segnale della ferma decisione che unisce i movimenti sociali e altri membri della società civile in tutto il mondo nella lotta per democratizzare le politiche internazionali e organizzare istituzioni capaci di comprendere e difendere politiche sostenibili rispetto all’alimentazione e all’agricoltura.

Via Campesina